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david chipperfield architects works 2018
ubicaciòn:vicenza, basilica palladiana, italia
proyecto:mario nanni
‘in questa mostra abbiamo messo insieme parte dei nostri progetti attuali, recentemente completati o in via di sviluppo. la nostra speranza è di esporre in maniera più aperta, non una presentazione patinata di una panoramica del nostro lavoro, ma una spiegazione più diretta del fare dell’architetto. questo non significa che venga ignorata l’estetica della presentazione, piuttosto bilanciata nel tentativo di comunicare pensiero e questioni che sono tuttora nelle nostre menti e che fanno parte del nostro processo. con il fine di enfatizzare questo aspetto, ogni gruppo di progetto ha avuto la responsabilità di sviluppare la propria installazione. vogliamo anche evitare l’idea che questo processo non sia disordinato. lo sviluppo delle idee non è coerente da un progetto all’altro. ogni processo è soggetto a differenti possibilità e limiti. alcuni progetti vedono uno sviluppo intenso attraverso un concentrato processo concorsuale, mentre altri evolvono a seguito di circostanze e richieste. alcuni sono elaborati attraverso schizzi e modifiche, altri si sviluppano attraverso un processo più meccanico di revisione e disamina di alternative. esiste un solo modo di percepire l’architettura attraverso l’edificio realizzato. tutte le mostre di architettura devono partire da questo semplice concetto. fotografie e immagini di progetti realizzati non possono sostituire l’esperienza stessa. per questo abbiamo provato a offrire di più penetrando all’interno del processo progettuale mostrandolo non come la manifestazione del genio individuale, ma piuttosto come un metodo di interazione e collaborazione che è disordinato e non prevedibile. un processo che ha lo scopo di trovare idee attraverso una conoscenza approfondita del luogo e del suo significato piuttosto che l’impostazione di idee che confermano i pregiudizi formali dell’architetto, del committente o persino dell’opinione pubblica’. tratto dal libro di mostra ‘david chipperfield architects works 2018’ ‘una mostra di architettura, diversamente dalle mostre di opere d’arte, dall’esposizione di oggetti o di design è una presentazione di progetti, realizzati, iniziati, abbozzati. a vicenza viene esposto qualcosa di costruito o immaginato. molto spesso diventano installazioni, dove le scelte curatoriali risultano più importanti per idea o per forma del contenuto della stessa mostra. non è stato questo il caso della mostra david chipperfield architects works 2018, allestita, presso la basilica palladiana di vicenza; si è trattato di una riflessione, di una presa di visione del lavoro sviluppato o in fase di sviluppo, di un tentativo di far comprendere agli altri, addetti ai lavori e non, un corpus di progetti e realizzazioni in divenire. la mostra è stata, un’ istantanea, una fotografia, con un tempo di posa molto breve, per fermare un momento di progetti in itinere; la rappresentazione di un frammento, uno sguardo sul processo creativo. essendo il materiale esposto non omogeneo per tipologia, materiali, fasi di progetto, poiché generato dai quattro studi, berlino, londra, milano e shanghai che attualmente formano david chipperfield architects, è stato deciso di non uniformarlo ma di esaltarne le diversità e la pluralità, realizzando volutamente un apparente affastellamento di progetti. all’esterno, il loggiato in penombra si richiara di luce costante filtrata dalle serliane del palladio, all’interno invece l’allestimento di quinte illuminate in tutta la loro superficie appare teatrale ma neutrale, sobrio, pensato da un lato per rispettare il contenuto, i progetti e l’architettura, dall’altro il contenitore, la basilica palladiana, monumentale per aura e proporzioni. una serie di elementi dell’allestimento, i pannelli e le luci modulari realizzati da unifor e illuminati da Viabizzuno, sono stati costruiti così da lasciare liberi gli ideatori della mostra, di modificare e variare i soggetti in maniera flessibile e dinamica, di aggiungere e togliere progetti, assecondando la forma e l’atmosfera di ogni punto preciso della basilica. gli alti schermi realizzati da henry timi e kvadrat, sono diventati una sorta di lavagna dove incollare i materiali dei progetti come ‘post-it’, facilmente posizionabili e rimovibili sulla superficie delle quinte: venti istantanee del lavoro di david chipperfield architects’. giuseppe zampieri

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