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museo di glenstone
lieu:potomac maryland, usa
projet:arch. thomas phifer and partners
acheteur:glenstone
projet éclairage:arup
responsable technique de zone:Viabizzuno innewyork
photo:iwan baan
visitare il museo di glestone significa intraprendere un piacevole viaggio capace di offrire ai propri fruitori la possibilità di vivere un esperienza artistica dal gusto teatrale. in scena cooprotagoniste architettura e arte contemporanea con una maestosa scenografia fatta di paesaggio naturale. il viaggio ha inizio lontano, tra i verdi alberi della foresta di potomac, avanzando verso le nuove strutture del museo gli alberi si diradano e il paesaggio dei prati diventa predominante, da qui sono visibili i primi elementi solidi che compongono il museo. i volumi sono nitidi e radicati nella terra come forti radici, i loro bordi rigorosi e taglienti sono ammorbiditi dal contrasto del contatto con la natura. le gallerie danzano attorno a un grande specchio d’acqua cosparso di ninfee e piante acquatiche. le superfici vetrate e i blocchi di cemento si fondono come una pelle continua a colmare gli spazi interni ed esterni dell’edificio. dall’interno, l’edificio incornicia il cielo in ogni direzione e crea, come l’architetto thomas phipher descrive, un ‘esperienza meditativa, in cui si ritorna sempre a questo spazio aperto al cielo e alla luce’. l’idea principale dell’architetto consiste ‘nell’usare la natura come primo materiale’, un’architettura molto potente con poche tavolozze di colori e finiture, dettagli raffinati e forte contrasto tra la dirompente luce naturale e le profonde ombre generate dai volumi dell’edificio stesso. l’illuminazione è perfettamente bilanciata tra natura e uomo, uno dei criteri chiave è stato massimizzare la luce naturale, dogma che trova applicazione in tutte le zone interne durante il corso dell’intera giornata. l’illuminazione artificiale assiste silenziosamente quella naturale, un sistema di illuminazione artificiale completamente integrato per una luce dall’organica consistenza. in questo scenario la massima qualità della luce possibile offerta dagli apparecchi illuminanti Viabizzuno trovano il perfetto alleato, grazie alle sorgenti di luce elettronica di ultima generazione gli apparecchi diventano un sostituto della luce naturale solo quando e dove è necessario. l’uso dell’apparecchio foro di Viabizzuno, posto in opera assieme al cemento che solido l’avvolge, è la soluzione ideale per questo progetto consentendo una continuità materica delle superfici interne, le sorgenti di luce rivelano la loro magia esaltando lo spazio mentre la luce naturale si attenua, creando una nuova esperienza sensoriale durante le ore serali. come le stelle sono visibili solo di notte, così fanno questi punti luminosi all’interno del museo. l’apparecchio econo plafone è stato personalizzato con finitura grigio ‘glenstone’ per renderlo un’estensione fisica del cemento circostante. l’utilizzo della collezione faretto maniglia è stata pensata per accompagnare inconsciamente il visitatore attraverso il museo mediante la luce, collegando le aree tra le gallerie, guidando dolcemente l’ospite dall’inizio alla fine, dalla luce naturale alla luce artificiale.

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