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uffici texman
luogo:aalborg, danmark
progetto:cubo architects
committente:texman
progetto illuminotecnico:b&b interior aps
il pensiero progettuale sul quale si è sviluppato l'edificio texman è scaturito da una precisa esigenza dei suoi committenti: il desiderio di integrare tutte le funzioni in un grande e unico spazio di lavoro. l'intento era quello di ricreare un'atmosfera di lavoro in continuo movimento, produttivo, ma gradevole: i reparti sono distinti da livelli differenti ma una comunicazione di sguardi diretti fa si che da un livello all'altro i colleghi si possano vedere. nasce una maggiore partecipazione al lavoro, una coesione propria del modo di lavorare in gruppo, quasi negli uffici texman si mettesse in atto ogni giorno un workshop. i piani sfalsati, le corti interne, gli affacci, i corridoi di distribuzione caratterizzano questo spazio e ne conferiscono grande flessibilità: la luce deve integrarsi con questo modo di essere. perciò è nato un progetto di luce che si modula a seconda delle esigenze funzionali, ma che caratterizza anche le diverse specificità dei singoli livelli. sopra le scrivanie sono stati predisposti lunghi tagli 094 che permettono di ricreare la giusta luce su ogni singola postazione di lavoro anche se l'arredamento o la disposizione dovesse cambiare: la flessibilità che contraddistingue questo sistema di illuminazione bene si addice ad un open space di questa portata. lo stesso taglio lo si ritrova in verticale, nei volumi a tutta altezza, come un gesto grafico che accompagna i percorsi su più livelli al suo fianco e che nello stesso tempo enfatizza la verticalità dell'edificio nel suo spazio a tutta altezza. sono stati utilizzati anche alcuni corpi ad incasso, net, che con la loro pulizia formale disegnano i solai e accompagnano la composizione architettonica dei tagli del sistema 094. in corrispondenza delle grandi hall che si connotano come delle luminose corti interne, si calano dal soffitto le xxx, lampade a sospensione che grazie alle loro dimensioni importanti non si perdono in questo spazio, ma anzi lo valorizzano e aiutano il visitatore ad accompagnare lo sguardo dal solaio dell'ultimo piano al pavimento del piano terra, potendo così apprezzare i vari livelli e le loro tipiche caratteristiche funzionali tra le quali spicca l'esposizione degli articoli di abbigliamento prodotti dalla texman. tutto questo articolato impianto interno si traduce all'esterno in un prospetto curvilineo segnato da lunghe finestre a nastro: ampie vetrate che all'interno permettono un dialogo articolato tra luci artificiali e luce naturale. finestra: sostantivo femminile, apertura di forma diversa, praticata su una parete per dare aria e luce all'interno. può terminare ad arco o a timpano, può essere architravata, aggettante o interna con strombi (v.). secondo il numero delle aperture la f. può essere monofora, bifora, trifora, etc. la f. guelfa è divisa in quattro spazi per mezzo di una croce. la f. lobata e polilobata è a forma di arco polilobato. finestra: parola di etimologia incerta, foneticamente deriva dalla redice greca phos, da cui phaino (illumino), phanos (splendido), phaneros (chiaro), phanè (fiaccola), phan-optes (finestra). è evidente che quindi rappresenta tutto ciò che è luce naturale all'interno dell'abitazione, il mezzo che permette di vedere e scoprire l'esterno e di far risplendere l'interno. in generale è un'apertura praticata nei muri perimetrali di un edificio per ottenere illuminazione, ventilazione, climatizzazione, filtro e comunicazione con l'esterno, ma nel corso della storia ha assunto una valenza anche formale. dall'unico pertugio delle caverne in cui porta e finestra coincidevano, fino alle vetrate strutturali dei giorni nostri la finestra ha assunto forme e connotazioni sempre nuove e diverse. le proporzionate finestre rinascimentali, le grandi vetrate gotiche, le finestre incorniciate del barocco fino alle facciate interamente vetrate , le cosiddette ‘curtain wall' dell'epoca moderna, sono evoluzioni delle tipologie costruttive, ma anche del modo di intendere l'illuminazione degli spazi domestici. famose sono le finestre a nastro di le corbusier: uno dei suoi cinque principi ‘verso un'architettura' insieme ai pilotis, la pianta libera, il tetto giardino e la facciata libera. Si tratta di una grande innovazione permessa dal calcestruzzo armato: la facciata può infatti ora essere tagliata in tutta la sua lunghezza da una finestra che ne occupa la superficie desiderata, permettendo una straordinaria illuminazione degli interni ed un contatto più diretto con l'esterno. nell' antichità le funzioni che oggi noi demandiamo separatamente alla porta e alla finestra erano svolte dalla stessa apertura, più per necessità che per una precisa scelta; l'impossibilità di aprire varchi significativi per entrare nelle caverne derivava da ragioni pratiche, ma anche di difesa, in quanto era più facile e più sicuro proteggere una sola apertura da intrusioni esterne. un unico varco si osserva anche nelle abitazioni dei nomadi: le tende erano accessibili tramite una fenditura nelle pelli, mentre l'apertura sulla sommità, generata dall'accostamento dei rami, garantiva comunque un minimo di illuminazione e di ventilazione. a partire da queste prime forme, caratterizzate dalle funzioni fondamentali di accedere, illuminare, comunicare, le aperture nelle pareti hanno subito una forte evoluzione per adeguarsi alle nuove esigenze del confort abitativo: ventilare, controllare il microclima, schermare, proteggere, decorare. l'edificio non è un'entità a sé, ma nasce in relazione all'ambiente in cui si inserisce: in questi termini si esplica anche l'attività dell'abitare, che risponde a una delle esigenze fondamentali dell'uomo e può essere espressa compiutamente grazie anche al ruolo fondamentale assegnato alla finestra, limite e collegamento tra l'ambiente abitativo interno ed il mondo. anche il passaggio di una nuvola, intravisto dai vetri di una finestra, ha influenza sulla vita dell'uomo; la finestra comunica l'intero dramma architettonico: taglia, cuce, alleggerisce o appesantisce, squarcia le forme architettoniche. in sostanza una finestra è in grado di offrire una carta d'identità di uno stile architettonico e di un costume urbano, fornendo un mezzo diretto per leggere l'architettura.

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